Sul sito Vegan3000, ho trovato, oltre a tantissime ricette ed informazioni utili, un bell'articolo di Emanuela Barbero dove è spiegato molto bene chi sono i veg.
All'inizio del mio blog avevo messo una piccola spiegazione su cosa intendo per cucina vegetariana.
Questo articolo affronta l'argomento in maniera molto più approfondita e precisa.
Ho chiesto l'autorizzazione alla pubblicazione all'autrice che, molto gentilmente, me l'ha concessa.
Così, dopo tanto (non trovavo mai il tempo), eccovi anche sul mio blog questo interessantissimo articolo.
All'inizio del mio blog avevo messo una piccola spiegazione su cosa intendo per cucina vegetariana.
Questo articolo affronta l'argomento in maniera molto più approfondita e precisa.
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Così, dopo tanto (non trovavo mai il tempo), eccovi anche sul mio blog questo interessantissimo articolo.
Chi sono i veg?
di Emanuela Barbero
In tutto il mondo il numero dei vegetariani sta aumentando esponenzialmente perché sempre più persone scelgono un’alimentazione più etica, più sana, più rispettosa nei confronti degli animali, più leggera per l’ambiente e più solidale verso la popolazione umana: solo in Italia si è passati dagli 1,5 milioni di vegetariani del 1999 fino ai 2,9 milioni del 2001 per arrivare ai 6 milioni dell’ultimo sondaggio del 2006. Malgrado ciò, la confusione riguardo le diete vegetariane è ancora parecchia e non sempre è facile orientarsi tra tante scelte diverse, talvolta fatte anche con motivazioni assai differenti.
Di seguito vediamo a grandi linee quante e quali tipologie di vegetariani ci sono.
Quanti tipi di vegetariani ci sono?
Per fare un po' di chiarezza vediamo quanti tipi di vegetariani ci sono e cosa mangiano o non mangiano.
Vegetariani
I latto-ovo-vegetariani sono i più numerosi. Non mangiano nessun tipo di animale, neppure volatili, pesci, molluschi, crostacei, frutti di mare, selvaggina di tutti i generi… e, naturalmente, neanche tonno in scatola, acciughe, prosciutto, mortadella, ecc.
Consumano però prodotti di origine animale quali latte e latticini, formaggi, uova e miele.
Chi opta per un'alimentazione vegetariana è generalmente spinto a farlo sulla base di ragioni etiche e dalla decisione di non voler più uccidere (o far uccidere) per nutrirsi, tuttavia vi sono anche molte persone che sono vegetariane principalmente per ragioni salutistiche, religiose o ecologiche (dovute all’enorme impatto ambientale degli allevamenti).
Per inciso, la scelta vegetariana si limita a ridurre la quantità degli animali macellati, ma di fatto non ne azzera il numero né tanto meno riesce ad evitare le pratiche cruente coinvolte nei vari processi produttivi, in quanto anche il consumo di prodotti animali come latte e uova comporta sempre e comunque lo sfruttamento e la morte degli animali coinvolti… e nessuno di loro muore di serena vecchiaia in pascoli bucolici. Chi desidera approfondire questi aspetti troverà un’ampia introduzione nel volume Cucina Etica edito da Sonda e moltissimo materiale su [questo] sito e su internet, attraverso i vari link.
Tra i vegetariani vi sono inoltre ulteriori suddivisioni, come gli ovo-vegetariani, che non consumano carne, pesce e latticini ma mangiano le uova, e i latto-vegetariani, che non consumano carne, pesce e uova ma utilizzano il latte ed i suoi derivati.
Latto-vegetariana è ad esempio l'alimentazione ayurvedica, di matrice induista e seguita in particolare da chi pratica lo yoga, che sconsiglia fortemente l'assunzione di carne, pesce, uova e anche di aglio, cipolla, funghi, alcolici, ritenuti tutti cibi «tamasici», cioè non adatti allo sviluppo completo dell'essere umano poiché apportano un tipo di energia che rende statici ed inerti fisicamente, mentalmente e spiritualmente; inoltre nutrono nell'essere umano l'indifferenza e la crudeltà.
Vi sono poi coloro che si definiscono pesce-vegetariani e che tra tutti gli animali mangiano solo i pesci, ma sarebbe più corretto chiamarli pescivori, in quanto non è possibile - logicamente – includerli a tutti gli effetti tra i vegetariani, poiché i pesci sono di fatto animali.
Per completezza citiamo anche i semi-vegetariani, cioè coloro che mangiano animali con minor frequenza rispetto alla norma nel contesto sociale in cui vivono. Taluni di essi amano definirsi ugualmente vegetariani perché ormai questa definizione fa tendenza, mentre un’altra tendenza emergente negli Stati Uniti è quella dei “flexitarians” e dei vegetariani part-time, che consiste nel mangiare vegetariano solo in certi contesti – scuola, lavoro, famiglia, ecc. - o in certi giorni, anche se naturalmente la definizione di vegetariano non è attribuita correttamente quando questa scelta è “flessibile”, poiché nella realtà non corrisponde ad una seria coerenza etica e pratica. Qualcuno ha scritto che essere vegetariani è come essere incinta: o lo sei o non lo sei, non è possibile esserlo solo in parte.
Ad ogni modo va riconosciuto il fatto che ogni tendenza verso una minor assunzione di animali e dei loro derivati è ugualmente apprezzabile, così come ciascuna scelta tesa “almeno” alla riduzione del consumo complessivo di prodotti animali andrebbe sempre e comunque incoraggiata, sia per motivi di salute personale e globale che, naturalmente, per il bene degli animali e per una riduzione generale della enorme violenza implicata negli allevamenti e nella macellazione.
Vegan, o vegani o vegetaliani
Mentre il vegetariano sceglie di non mangiare animali di alcun tipo, il vegan evita di mangiare e di utilizzare anche tutto ciò che ha a che fare con gli animali e che implica il loro sfruttamento, la violenza nei loro confronti e l'inevitabile morte (ad esempio quella dei vitellini fatti nascere per ottenere il latte dalla loro mamma e poi uccisi da cuccioli, oppure la macellazione delle mucche da latte abbattute dopo pochi anni di intenso sfruttamento produttivo. Per ulteriori approfondimenti vi rimandiamo ai seguenti articoli: Perché proprio vegan e non soltanto vegetariani? e Lettera aperta ai vegetariani.
Di conseguenza, chi opta per lo stile di vita vegan non consuma né utilizza alcun prodotto di origine animale, neppure uova, formaggi, latte e latticini, yogurt vaccino, miele, pelle, pellicce, cuoio, piume, lana, seta, perle, spugne di mare ecc. Oltre naturalmente a non impiegare cosmetici e prodotti testati sugli animali o ottenuti con gli stessi o parti di essi (come ad esempio molti saponi apparentemente innocui e in realtà contenenti sego animale, riportato in etichetta come tallowate).
I vegan consumano con grande varietà tutti i prodotti vegetali commestibili di terra e di mare: verdura, frutta, cereali (tutti e non solo pasta e riso!), legumi, semi oleaginosi, frutta secca, alghe.
Questo tipo di scelta nasce principalmente da motivazioni etiche, legate al rispetto verso ogni essere senziente in un'ottica antispecista e biocentrica e non più antropocentrica. Porta con sé un senso corale della vita, dove la consapevolezza dell’interdipendenza prevale su ogni forma di ideologia di dominio.
Il veganismo costituisce quindi la naturale evoluzione del vegetarismo, quando esso è praticato per ragioni etiche e animaliste, con ripercussioni maggiormente positive anche sul piano sociale ed ecologico poiché influisce in maniera ancora più ridotta sulle risorse complessive del pianeta.
Donald WatsonFruttariani
Il termine vegan nasce dalla contrazione di vegetarian ed è stato coniato da Donald Watson, che nel 1944 fondò a Londra la Vegan Society.
Donald Watson è nato il 2 settembre 1910 ed è deceduto il 16 novembre 2005 all’età di 95 anni.
Egli è diventato vegetariano nel 1924, cioè da quando aveva 14 anni, ed è poi passato al veganismo circa 20 anni dopo, perciò è stato vegetariano per 81 anni e vegan per 61.
La sua lunga vita dovrebbe indurci a sfatare il falso mito che senza carne e prodotti animali non si può vivere.
Naturalmente Watson non è l’unico vegan così longevo e anche tra i personaggi illustri quelli vissuti fino a tarda età spesso sono vegetariani (“long term vegan and vegetarian”).
Essi abbracciano una scelta di vita e alimentare a tutto campo, poiché questo modo di alimentarsi è il più rispettoso possibile verso ogni forma di vita, non soltanto verso quelle senzienti (cioè gli animali) ma si estende anche al mondo vegetale. I fruttariani infatti si nutrono unicamente di quel cibo vegetale che non comporta la morte della pianta, evitando in particolare tutte le radici, i tuberi e i bulbi, come ad esempio carote, rape, cipolle, patate ecc. Essi mangiano tutti i tipi di frutti, compresi pomodori, peperoni, zucche, zucchine, melanzane, frutta secca come noci, nocciole, mandorle ecc. e tutto ciò che non implica la morte della pianta, includendo la frutta secca e talvolta anche i semi, in particolare germogliati.
Vi sono persone che optano per questa scelta anche per motivazioni salutistiche, sulla base della fisiologia umana che è quella di un primate frugivoro.
Crudisti
Un discorso a parte meritano i crudisti che, come si evince dalla loro definizione, mangiano soltanto cibi crudi, in particolare frutta e verdura ma anche noci e semi oleaginosi. I crudisti escludono dalla loro alimentazione tutti gli alimenti che per essere consumati richiedono di essere cotti, come ad esempio i cereali e i legumi, che mangiano solo germogliati; evitano anche la carne e il pesce, anche se ve ne sono alcuni che li consumano crudi.
L'alimentazione crudista è generalmente praticata per motivi salutistici e fonda la propria ragione d'essere sull'osservazione che la cottura degli alimenti è una pratica relativamente recente in rapporto alla lunga evoluzione umana, perciò poco compatibile con le reali necessità fisiologiche del nostro organismo: un'osservazione che trova conferma anche nel fatto che i cibi cuocendo perdono parte dei loro nutrienti e in più con certi tipi di cottura accumulano sostanze tossiche.
Macrobiotici
Un'altra menzione a parte va ai macrobiotici, una categoria di persone solitamente compresa tra i vegetariani, poiché la loro alimentazione esclude quasi completamente il consumo di prodotti animali, anche di latticini e uova, con l'eccezione di un consumo occasionale del pesce. Tuttavia va sottolineato che la macrobiotica è una scelta alimentare che in linea di massima non viene fatta per motivazioni etiche bensì essenzialmente salutistiche, perciò l'adesione ai suoi principi guida è generalmente piuttosto elastica. Non tutti i macrobiotici possono quindi ritenersi vegetariani, anche se alcuni di loro, per quanto riguarda l'alimentazione, sono di fatto vegan.
La scelta alimentare macrobiotica è finalizzata al conseguimento e al mantenimento dell'equilibrio energetico e psico-fisico nell'essere umano: i macrobiotici seguono infatti una dieta basata sulla combinazione energetica degli alimenti, tenendo conto della suddivisione tra cibi yin e yang, dove alcuni di essi (cereali integrali, verdure, legumi) sono ritenuti nel loro complesso molto più equilibrati di altri e perciò apportatori di una buona qualità energetica per l'organismo umano, mentre altri (carne, latte e derivati, uova, zucchero, alcolici, farmaci e sostanze chimiche) sono invece troppo sbilanciati al fine del mantenimento di una buona salute. Inoltre vengono escluse anche le solanacee: patate, pomodori, melanzane, peperoni, in quanto acidificanti per l’organismo. La cucina macrobiotica predilige i cibi cotti, non incoraggia l'assunzione della frutta e di abbondanti liquidi (poiché sono già presenti negli alimenti) ed in linea generale sconsiglia tutti gli eccessi.
George Bernard Shaw
Ecco un simpatico aneddoto riguardante il famoso commediografo e scrittore irlandese George Bernard Shaw, premio Nobel per la letteratura nel 1925, vegetariano per scelta etica e morto all'età di 94 anni.
Quando decise di diventare vegetariano i medici che consultò gli pronosticarono una vita di malattie e carenze dovute alla sua scelta alimentare (incredibile ma vero: molti medici si comportano a tutt’oggi nello stesso modo verso i loro pazienti vegetariani e vegan).
Come ulteriore minaccia gli predissero che senza carne non solo non avrebbe conservato la salute, ma non sarebbe neppure sopravvissuto a lungo. Ma Shaw, da buon irlandese cocciuto e convinto del valore della sua scelta, restò fermo nei suoi propositi.
In tarda età gli fu chiesto se avesse poi informato questi medici così allarmisti del fatto che le cose non fossero andate affatto come gli avevano predetto.
Allargando le braccia e alzando gli occhi al cielo egli rispose con la sua consueta prontezza di spirito: "Non ho potuto farlo, perché erano già tutti morti da tempo!".
Tra l'altro è di George Bernard Shaw la celebre citazione:
"Gli animali sono miei amici e io non mangio i miei amici".
Lunghetto ma interessante e molto completo. Grazie per averlo postato. Conoscevo già Emanuela Barbero per le sue belle ricette. Non sono sempre d'accordo con la visione vegana, ma apprezzo la sua coerenza.
RispondiEliminaLa Barbero liquida la scelta vegetariana classica con un semplicistico commento sulle pratiche crudeli relative alla produzione di uova, latte e formaggi. Dimenticando che esistono allevamenti biologici e biodinamici dove gli animali sono rispettati. E sarebbe meglio, secondo lei, mangiare alghe che arrivano dal giappone e alimenti artificiali come gli estrusi di soia?! Boh!
RispondiEliminaUna precisazione.
RispondiEliminaHo riportato fedelmente l'articolo di Emanuela Barbero, senza fare modifiche perché non mi sembrava giusto fare modifiche anche minime.
Questo articolo dunque rispecchia il pensiero dell'autrice che non è detto che sia uguale al mio in tutto e per tutto.
Fatta questa precisazione, se l'ho pubblicato vuol dire che mi piaceva.
Quello che mi è piaciuto di più di questo articolo sono state la chiarezza e la coerenza.
Io sono vegetariano e non vegano ma devo comunque convenire che per avere il latte per fare i formaggi che mangio, questo deve essere tolto ad un vitello (o ad un agnello).
Oltre a tutti gli altri "inconvenienti" citati nell'articolo.
Lungi quindi dal voler combattere una crociata (che sarebbe anche contro di me) o dal voler "convertire" chicchessia, sono contento se questo articolo è in grado di favorire una discussione sull'argomento ed una presa di coscienza sui problemi ad esso sottesi.
Ok, anch'io faccio na precisazione: nessun vitello muore o patisce la fame perche' noi beviamo il suo latte. Come succede anche alle mamme umane, piu' la ghiandola mammaria e' stimolata piu' essa produce latte (altrimenti non riuscirebbero a sopravvivere i gemelli!). Ovvio che tale forzatura portata all'eccesso crea stress fisico nell'animale, ecco un'altra ragione per rispettare gli animali e comprare latte bio. :-)
RispondiEliminaMeno male che ci sono anche questi posti (allevamenti biologici) ma purtroppo nella maggioranza dei casi (numericamente) gli animali sono tenuti in condizioni indecenti.
RispondiEliminaNoi che abbiamo a cuore il benessere degli animali, possiamo fare la differenza orientando (nel nostro piccolo) le dinamiche del mercato.
Un altro aiuto può venire anche dalla riduzione dei derivati animali; gli allevamenti biologici, per ora, non sono sufficienti, da soli, a garantire gli attuali livelli di consumo di latte e uova.
Grazie per questo excursus chiarissimo e dettagliato sul vegetarianesino. Direi che posso fare mie le parole di George Bernard Shaw e miracolosamente ho trovato un medico che è d'accordo con la mia scelta. Io ancora non ho eliminato tutto, mangio un po' di pesce, questo è vero e amavo ai latticini che però ho dovuto togliere perché mi creavano problemi. Sono passata al latte di riso che, sorpresa, è davvero ottimo.
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