mercoledì 28 aprile 2010

Muffin


Ingredienti:
  • 300 gr. di farina
  • 150 gr. di latte
  • 60 gr. di zucchero
  • 120 gr. di burro
  • 2 uova
  • 1 bustina di lievito (16 gr.)
  • 1 pizzico di sale
  • marmellata a piacere (per la farcitura)
Tempo di preparazione: 30 minuti

Difficoltà: *

Preparazione: riscaldate il latte nel boccale (1 min 37° vel.1). Aggiungete il burro, lo zucchero e le uova, frullate (20 sec. vel. 4).
Unite la farina e un pizzico di sale, impastate (1 min. vel.5). Unite il lievito ed amalgamate (10 sec vel. 4). Versate un cucchiaio negli stampini, poi al centro un cucchiaio di marmellata. Ricoprite poi con un altro cucchiaio dell'impasto. Cuocete in forno caldo a 180° per 20 minuti.

Note: con queste dosi vengono circa 10 muffin.
Finalmente mi sono deciso anch'io a fare i muffin, e direi che, come primo esperimento, sono molto soddisfatto del risultato che mi ha convinto esteticamente ma ancora di più alla prova del palato.
La ricetta è copiata pari pari dal libro fornito in dotazione con il Bimby ed è stata realizzata appunto con questo. Come ho già detto in altri post, uso con molta soddisfazione il Bimby.
Per chi non lo avesse, penso che non ci sia alcun problema a fare l'impasto a mano magari seguendo la sequenza che ho indicato per amalgamare i vari ingredienti.
Per la farcitura ho utilizzato una marmellata fatta con delle peschine piccole e molto saporite che provengono da una pianta del mio orto. L'impasto non è molto dolce ma a me piace così; inoltre, la marmellata contribuisce a rendere più dolce il muffin.

sabato 24 aprile 2010

Torta di riso e spinaci


Ingredienti:
  • 2 etti di riso
  • 2 etti di spinaci (surgelati)
  • 1/2 cipolla
  • 1 rotolo di pasta sfoglia (vegana)
  • pomodori secchi q.b.
  • peperoncino
  • olio evo
  • sale
Tempo di preparazione: 1 ora

Difficoltà: *

Preparazione: fate bollire il riso in acqua salata (io, come al solito, ho utilizzato la pentola a pressione ed ho impiegato 5 minuti).
Fate scaldare l'olio in una padella antiaderente e aggiungete la cipolla pulita e tagliata molto sottile, appena comincia ad appassire aggiungete gli spinaci; aggiustate di sale e aggiungete il peperoncino. Fate andare gli spinaci fino a quando non saranno pronti.
In una teglia stendete la pasta sfoglia; in una ciotola, unite il riso con gli spinaci e i pomodori secchi tagliati a pezzettini, amalgamate bene e versate tutto nella pasta sfoglia, ripiegate i bordi e mandate in forno mezz'ora (e comunque fino a cottura ultimata) a 180°.

Nella foto qui sotto, si vede la torta in forno con la cottura in fase di ultimazione.


Note: le dosi sono per una torta di 22 cm. di diametro.
Io non utilizzo quasi mai gli spinaci freschi, ce ne vogliono quantità enormi (perché dopo cotti vanno a niente) e ci vuole moltissimo tempo a pulirli; ovviamente sarebbe molto meglio utilizzare quelli freschi, magari (come dico sempre) biologici, di produzione propria o al massimo di produzione locale (cd a km. 0) ma non sempre è possibile.

100.000!


Chi l'avrebbe mai detto? Oggi il mio blog raggiunge le 100.000 pagine viste!
Lo so che alcuni blog li raggiungono in molto meno di una settimana (e alcuni siti in pochissime ore) però, nel mio piccolo sono molto soddisfatto.
Cercando un immagine da associare a questo post ho deciso di mettere il famosissimo quadro "Canestra di frutta" dipinto da Caravaggio. I motivi sono molti: 1) Caravaggio è uno dei miei pittori preferiti e questo quadro mi piace in particolar modo; 2) il soggetto mi sembra adatto ad un blog di cucina vegetariana; 3) era raffigurato sul retro delle vecchie 100.000 lire (ve le ricordate?).

giovedì 22 aprile 2010

La dieta skinny bitch


Avevo detto in precedenza che avrei voluto ampliare le categorie dei post; eccone dunque una nuova: quella dedicata ai libri.
Inizio con un libro particolare, un libro che hanno acquistato tante persone che intendevano mettersi a dieta; in realtà questo libro è qualcosa di più. Intanto, se non lo conoscete e volete acquistarlo, ecco tutti i riferimenti utili.

titolo: La dieta skinny bitch
autrici: Rory Freedman e Kim Barnouin
editore: TEA (collana TEA pratica)
anno: 2008
pagine: 193
prezzo: 12,00 €
note: edizione italiana a cura di Luciana Baroni, traduzione di Dario Leccacorvi

Io l'ho conosciuto tramite Eleonora (di Veganblog) e mi ha subito incuriosito. Non l'ho acquistato per mettermi a dieta ma per il messaggio che, in modo diretto e senza mezzi termini, le autrici cercano di trasmettere al lettore. Infatti, come dicono nell'introduzione, questa non è una dieta, è uno stile di vita.
Questa è la presentazione riportata nel risvolto di copertina:
La dieta skinny bitch non è l'ennesimo libro che promette miracoli dimagranti. È una battaglia contro il grasso e chiama a raccolta tutte le donne che, dieta dopo dieta, tortura dopo tortura, non sono riuscite a togliere neppure un centimetro dal loro girovita. Con argomentazioni shock e veri e propri "pugni nello stomaco", questa guida irriverente, grintosa e provocatoria offre a donne determinate, intelligenti e soprattutto informate, un metodo infallibile per dimagrire e restare in forma per sempre. Parole taglienti, ma che dicono la verità sulle diete e sull'alimentazione in generale; demoliscono senza pietà opinioni consolidate, ma scientificamente errate sul cibo e promuovono un programma nutrizionale e uno stile di vita ecologically correct, nel rispetto dell'ambiente e degli animali. Insomma, per sentirsi purificate dentro, cariche di energia e irresistibilmente belle, questo libro è ciò che ci vuole.
Anche se è (prevalentemente) rivolto alle donne, può ben essere letto anche dagli uomini e difatti anch'io vi ho trovato moltissimi spunti di riflessione e l'ho trovato una lettura piacevole e molto interessante.
Ovviamente, questo libro consiglia una dieta vegetariana, anzi: vegana. A questo proposito sono molto esemplificativi i titoli di alcuni capitoli:
  • la morta, sepolta e decomposta dieta carnivora
  • il disastro caseario
Pur avendo un linguaggio a volte sfacciato, tutte le loro affermazioni sono corroborate da studi scientifici e da dati reali.
Le due autrici (nella foto qui sotto) hanno pubblicato anche altri libri; per maggiori informazioni è possibile visitare il loro sito (in inglese).



lunedì 19 aprile 2010

Julie & Julia


Un altro post dedicato ad un film che ho visto e che mi è piaciuto molto.
Sto parlando di: Julie & Julia.
La vicenda gira intorno a una donna di 30 anni, Julie Powell (Amy Adams), residente nel Queens che ha un monotono impiego come segretaria. Ha bisogno di qualcosa che spezzi la monotonia della sua esistenza così decide di prendere la copia di sua madre del libro di cucina scritto da Julia Child nel 1961 Mastering the Art of French Cooking. Dopo averlo letto stabilisce di preparare tutte le 524 ricette nel giro di un anno. La trama segue parallelamente le vite di Julie nel 2002 e di Julia nel 1949. (fonte: Wikipedia)

Titolo originale: Julie & Julia
Paese: USA
Anno: 2009
Durata: 123 minuti
Regia: Nora Ephron
Sceneggiatura: Nora Ephron
Attori: Meryl Streep, Amy Adams, Stanley Tucci, Chris Messina, Linda Emond
Genere: commedia

Ottima l'interpretazione di Meryl Streep nei panni di Julia Child.



Tra le varie scene divertenti* c'è quella dove Amy Adams (nella parte di Julie Powell) nel suo sgangherato cucinino si sente assassina quando getta le aragoste vive nell'acqua bollente (che, tra l'altro, come si vede dalla foto, sono astici e non aragoste). Peccato che questo non accade quando cucina altri animali che qualcun altro ha ucciso per lei.



Anche se non è assolutamente un film per i vegetariani e per chi è a dieta (o anche solo cerca di mangiare in modo sano ed equilibrato), è comunque un film divertente, per gli amanti della cucina e per i food blogger.

Questo il trailer italiano:



*aggiornamento del 12 maggio 2010: grazie alle osservazioni di Rita (che potete legge nei commenti a questo post), ho evidenziato la parola"divertenti" perché, effettivamente, nel film ci sono, secondo me, scene divertenti ma questa in particolare non è una di quelle, proprio per le motivazioni che ho espresso commentandola. Non ho tolto quella parola perché altrimenti sarebbero risultato più difficile capire alcuni commenti.

sabato 17 aprile 2010

Farifrittata al pomodoro


Ingredienti:
  • farina di ceci
  • salsa di pomodoro
  • acqua
  • sale
  • pepe
  • olio evo
Tempo di preparazione: 30 minuti (oltre al tempo di riposo della farina di ceci)

Difficoltà: *

Preparazione: unite la salsa di pomodoro alla farina di ceci, amalgamate bene, aggiungete una bella macinata di pepe, aggiustate di sale e unite un po' d'acqua per rendere il composto più fluido e far idratare bene la farina di ceci. Mescolate bene tutti gli ingredienti e lasciate riposare l'impasto per il tempo necessario affinché la farina si idrati bene e versate il composto in una padella antiaderente unta con un velo di olio girando la farifrittata fino a quando non sarà cotta.

Note: dosi a piacere.
Tra le mille versioni della farifrittata (si può fare pressoché con tutto) ho voluto provare questa, avevo un avanzo di salsa al pomodoro (di quella che produciamo in casa) e l'ho utilizzata così.
Sarebbe meglio farla al forno (come di solito faccio le farifrittate) ma avevo fretta e l'ho cotta in padella.

sabato 10 aprile 2010

Trofie capperi e olive


Ingredienti:
  • 160 gr. di trofie
  • 1 manciata di olive nere denocciolate
  • 1 manciata di capperi sottaceto
  • prezzemolo
  • olio evo
  • sale
  • 1 spicchio d'aglio
Tempo di preparazione: 20 minuti

Difficoltà: *

Preparazione: cuocete le trofie in abbondante acqua bollente salata. Nel frattempo tritate grossolanamente le olive e i capperi e metteteli a rosolare in una padella dove avrete messo a scaldare poco olio evo con uno spicchio d'aglio (che poi toglierete).
Scolate le trofie e versatele in padella con il condimento; fate amalgamare e unite abbondante prezzemolo tritato.

Note: le dosi sono per due persone.
Un primo piatto sfizioso, veloce da fare e adatto a tutte le stagioni.
La ricetta è tratta (anzi, più che "tratta" copiata quasi pedissequamente) dal sito Vegan3000 che contiene moltissime ricette vegane e informazioni utili.
Da questo sito avevo già copiato un bell'articolo che spiega molto bene chi sono i veg.
Questa pasta è stata una delle portate della mia cena di San Valentino.



Musica d'accompagnamento: Frèdèric Chopin - Notturno Op. 9 n.2 in Mi bemolle maggiore (è uno dei più popolari tra i 21 notturni da lui composti). Questo fu scritto tra il 1830 e il 1831 e dedicato a Madame Camille Pleyel. Qui eseguito da Maurizio Pollini (Milano, 5 gennaio 1942), pianista e direttore d'orchestra italiano, fra i più apprezzati a livello internazionale.



Un'ultima riflessione. Anche quest'anno la primavera è arrivata. Anche se è stato un inverno freddo, piovoso (e nevoso) che ha fatto moltissimi danni (dalle mie parti ma non solo), il miracolo della fioritura degli alberi si sta ripetendo. Io, ogni volta, resto affascinato dalla natura che si risveglia e si veste a festa.
Eccovi una foto del pesco del mio giardino.
Come era nato questo pesco lo avevo raccontato, un po' di tempo fa, in un post.


mercoledì 7 aprile 2010

Cambia Menù


Con questo post avvio una nuova categoria: i siti internet. L'intenzione è quella di segnalare siti interessanti che trattino (come già ho detto riguardo ai film), di cucina, di vegetarianesimo e di altri argomenti che ritengo interessanti e/o collegati a questi.
Comincio con il sito Cambia menu della LAV dove è possibile trovare informazioni sul vegetarianesimo, trovare ricette vegetariane e avere maggiori informazioni sugli effetti della carne sull'ambiente, sulla nostra salute e sugli animali stessi.
Il sito è molto gradevole, con informazioni semplici e chiare e simpatiche animazioni.
Dal sito è possibile scaricare anche un pratico "starter kit" per diventare vegetariani e alcuni poster come quello che ho messo in questo post.

domenica 4 aprile 2010

Buona Pasqua


In attesa di nuove ricette e nuovi post, voglio augurare a tutti:

Buona Pasqua!

E mi raccomando: l'agnello mangiatelo solo di marzapane (o di cioccolata, ecc.) comunque VEG!

P.S. se ne avete voglia, potete raccontarmi quale è stato il vostro menù di Pasqua.

venerdì 2 aprile 2010

Digiuno


Vi starete chiedendo: cosa ci fa, in un blog di cucina, un post sul digiuno?
Non dovrebbero esserci solo ricette?
Che su questo blog non ci sono solo ricette è già un po' che l'ho detto e ho detto anche che avrei affrontato anche temi nuovi, collegati o no a quello della cucina.
Per di più, il digiuno mi sembra strettamente collegato al tema della cucina.
Ma veniamo al punto.
Del digiuno se ne può parlare in moltissimi modi, evidenziando i vari aspetti e i motivi che ne stanno alla base.
Si può digiunare per motivi di salute e addirittura, secondo alcuni, è di aiuto per la cura del cancro.
Si può anche digiunare per protesta o per motivi politici, a tutti verranno in mente esempi di "scioperi della fame" più o meno prolungati.
Ma l'aspetto che mi interessa approfondire maggiormente è quello collegato al digiuno come forma di spiritualità.
Del resto, anche l'immagine che ho messo in questo post lo testimonia.
Ho scelto questa immagine anche perché sono molto affascinato dalla Sindone, dal mistero che la avvolge e dal messaggio che ci consegna; ma non è di questo che voglio parlare. Per chi volesse approfondire anche questo tema può visitare il sito ufficiale della Sindone da dove è anche possibile prenotare il biglietto (gratuito) per andarla a vedere a Torino nel corso dell'ostensione dal 10 aprile al 23 maggio prossimi.
Ma torniamo a parlare del digiuno.
Il digiuno è previsto in tutte e tre le religioni monoteistiche; in quella ebraica nel giorno dello Yom Kippur, mentre in quella mussulmana durante il ramadam. Nella Chiesa cattolica sono previsti due giorni di digiuno: il mercoledì delle ceneri e il venerdì santo (la Chiesa ortodossa prevede invece molti giorni di digiuno); dato che oggi è proprio il venerdì santo, giorno di digiuno, ho deciso di parlarne.
Cercando materiale per parlare di questo argomento ho trovato moltissime indicazioni utili; tra queste mi ha colpito molto il messaggio di Benedetto XVI per la quaresima 2009; trovo che descriva molto bene il vero senso del digiuno cristiano.
Lo riporto quasi integralmente con la speranza che da questo scritto possiate trovare adeguati spunti di riflessione.

All'inizio della Quaresima, che costituisce un cammino di più intenso allenamento spirituale, la Liturgia ci ripropone tre pratiche penitenziali molto care alla tradizione biblica e cristiana - la preghiera, l'elemosina, il digiuno - per disporci a celebrare meglio la Pasqua e a fare così esperienza della potenza di Dio che, come ascolteremo nella Veglia pasquale, "sconfigge il male, lava le colpe, restituisce l'innocenza ai peccatori, la gioia agli afflitti. Dissipa l'odio, piega la durezza dei potenti, promuove la concordia e la pace" (Preconio pasquale). Nel consueto mio Messaggio quaresimale, vorrei soffermarmi quest'anno a riflettere in particolare sul valore e sul senso del digiuno. La Quaresima infatti richiama alla mente i quaranta giorni di digiuno vissuti dal Signore nel deserto prima di intraprendere la sua missione pubblica. Leggiamo nel Vangelo: "Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame" (Mt 4,1-2). Come Mosè prima di ricevere le Tavole della Legge (cfr Es 34,28), come Elia prima di incontrare il Signore sul monte Oreb (cfr 1 Re 19,8), così Gesù pregando e digiunando si preparò alla sua missione, il cui inizio fu un duro scontro con il tentatore.

Possiamo domandarci quale valore e quale senso abbia per noi cristiani il privarci di un qualcosa che sarebbe in se stesso buono e utile per il nostro sostentamento. Le Sacre Scritture e tutta la tradizione cristiana insegnano che il digiuno è di grande aiuto per evitare il peccato e tutto ciò che ad esso induce. Per questo nella storia della salvezza ricorre più volte l'invito a digiunare. Già nelle prime pagine della Sacra Scrittura il Signore comanda all'uomo di astenersi dal consumare il frutto proibito: "Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare perché, nel giorno in cui tu ne mangerai, certamente dovrai morire" (Gn 2,16-17). Commentando l'ingiunzione divina, san Basilio osserva che "il digiuno è stato ordinato in Paradiso", e "il primo comando in tal senso è stato dato ad Adamo". Egli pertanto conclude: "Il 'non devi mangiare' è, dunque, la legge del digiuno e dell'astinenza" (cfr Sermo de jejunio: PG 31, 163, 98). Poiché tutti siamo appesantiti dal peccato e dalle sue conseguenze, il digiuno ci viene offerto come un mezzo per riannodare l'amicizia con il Signore. Così fece Esdra prima del viaggio di ritorno dall'esilio alla Terra Promessa, invitando il popolo riunito a digiunare "per umiliarci - disse - davanti al nostro Dio" (8,21). L'Onnipotente ascoltò la loro preghiera e assicurò il suo favore e la sua protezione. Altrettanto fecero gli abitanti di Ninive che, sensibili all'appello di Giona al pentimento, proclamarono, quale testimonianza della loro sincerità, un digiuno dicendo: "Chi sa che Dio non cambi, si ravveda, deponga il suo ardente sdegno e noi non abbiamo a perire!" (3,9). Anche allora Dio vide le loro opere e li risparmiò.

Nel Nuovo Testamento, Gesù pone in luce la ragione profonda del digiuno, stigmatizzando l'atteggiamento dei farisei, i quali osservavano con scrupolo le prescrizioni imposte dalla legge, ma il loro cuore era lontano da Dio. Il vero digiuno, ripete anche altrove il divino Maestro, è piuttosto compiere la volontà del Padre celeste, il quale "vede nel segreto, e ti ricompenserà" (Mt 6,18). Egli stesso ne dà l'esempio rispondendo a satana, al termine dei 40 giorni passati nel deserto, che "non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio" (Mt 4,4). Il vero digiuno è dunque finalizzato a mangiare il "vero cibo", che è fare la volontà del Padre (cfr Gv 4,34). Se pertanto Adamo disobbedì al comando del Signore "di non mangiare del frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male", con il digiuno il credente intende sottomettersi umilmente a Dio, confidando nella sua bontà e misericordia.

Troviamo la pratica del digiuno molto presente nella prima comunità cristiana (cfr At 13,3; 14,22; 27,21; 2 Cor 6,5). Anche i Padri della Chiesa parlano della forza del digiuno, capace di tenere a freno il peccato, reprimere le bramosie del "vecchio Adamo", ed aprire nel cuore del credente la strada a Dio. Il digiuno è inoltre una pratica ricorrente e raccomandata dai santi di ogni epoca. Scrive san Pietro Crisologo: "Il digiuno è l'anima della preghiera e la misericordia la vita del digiuno, perciò chi prega digiuni. Chi digiuna abbia misericordia. Chi nel domandare desidera di essere esaudito, esaudisca chi gli rivolge domanda. Chi vuol trovare aperto verso di sé il cuore di Dio non chiuda il suo a chi lo supplica" (Sermo 43: PL 52, 320. 332).

Ai nostri giorni, la pratica del digiuno pare aver perso un po' della sua valenza spirituale e aver acquistato piuttosto, in una cultura segnata dalla ricerca del benessere materiale, il valore di una misura terapeutica per la cura del proprio corpo. Digiunare giova certamente al benessere fisico, ma per i credenti è in primo luogo una "terapia" per curare tutto ciò che impedisce loro di conformare se stessi alla volontà di Dio. Nella Costituzione apostolica Pænitemini del 1966, il Servo di Dio Paolo VI ravvisava la necessità di collocare il digiuno nel contesto della chiamata di ogni cristiano a "non più vivere per se stesso, ma per colui che lo amò e diede se stesso per lui, e ... anche a vivere per i fratelli" (cfr Cap. I). La Quaresima potrebbe essere un'occasione opportuna per riprendere le norme contenute nella citata Costituzione apostolica, valorizzando il significato autentico e perenne di quest'antica pratica penitenziale, che può aiutarci a mortificare il nostro egoismo e ad aprire il cuore all'amore di Dio e del prossimo, primo e sommo comandamento della nuova Legge e compendio di tutto il Vangelo (cfr Mt 22,34-40).

La fedele pratica del digiuno contribuisce inoltre a conferire unità alla persona, corpo ed anima, aiutandola ad evitare il peccato e a crescere nell'intimità con il Signore. Sant'Agostino, che ben conosceva le proprie inclinazioni negative e le definiva "nodo tortuoso e aggrovigliato" (Confessioni, II, 10.18), nel suo trattato L'utilità del digiuno, scriveva: "Mi dò certo un supplizio, ma perché Egli mi perdoni; da me stesso mi castigo perché Egli mi aiuti, per piacere ai suoi occhi, per arrivare al diletto della sua dolcezza" (Sermo 400, 3, 3: PL 40, 708). Privarsi del cibo materiale che nutre il corpo facilita un'interiore disposizione ad ascoltare Cristo e a nutrirsi della sua parola di salvezza. Con il digiuno e la preghiera permettiamo a Lui di venire a saziare la fame più profonda che sperimentiamo nel nostro intimo: la fame e sete di Dio.

Al tempo stesso, il digiuno ci aiuta a prendere coscienza della situazione in cui vivono tanti nostri fratelli. Nella sua Prima Lettera san Giovanni ammonisce: "Se uno ha ricchezze di questo mondo e vedendo il suo fratello in necessità gli chiude il proprio cuore, come rimane in lui l'amore di Dio?" (3,17). Digiunare volontariamente ci aiuta a coltivare lo stile del Buon Samaritano, che si china e va in soccorso del fratello sofferente (cfr Enc. Deus caritas est, 15). Scegliendo liberamente di privarci di qualcosa per aiutare gli altri, mostriamo concretamente che il prossimo in difficoltà non ci è estraneo. Proprio per mantenere vivo questo atteggiamento di accoglienza e di attenzione verso i fratelli, incoraggio le parrocchie ed ogni altra comunità ad intensificare in Quaresima la pratica del digiuno personale e comunitario, coltivando altresì l'ascolto della Parola di Dio, la preghiera e l'elemosina. Questo è stato, sin dall'inizio, lo stile della comunità cristiana, nella quale venivano fatte speciali collette (cfr 2 Cor 8-9; Rm 15, 25-27), e i fedeli erano invitati a dare ai poveri quanto, grazie al digiuno, era stato messo da parte (cfr Didascalia Ap., V, 20,18). Anche oggi tale pratica va riscoperta ed incoraggiata, soprattutto durante il tempo liturgico quaresimale.

Da quanto ho detto emerge con grande chiarezza che il digiuno rappresenta una pratica ascetica importante, un'arma spirituale per lottare contro ogni eventuale attaccamento disordinato a noi stessi. Privarsi volontariamente del piacere del cibo e di altri beni materiali, aiuta il discepolo di Cristo a controllare gli appetiti della natura indebolita dalla colpa d'origine, i cui effetti negativi investono l'intera personalità umana. Opportunamente esorta un antico inno liturgico quaresimale: "Utamur ergo parcius, / verbis, cibis et potibus, / somno, iocis et arctius / perstemus in custodia - Usiamo in modo più sobrio parole, cibi, bevande, sonno e giochi, e rimaniamo con maggior attenzione vigilanti".

Cari fratelli e sorelle, a ben vedere il digiuno ha come sua ultima finalità di aiutare ciascuno di noi, come scriveva il Servo di Dio Papa Giovanni Paolo II, a fare di sé dono totale a Dio (cfr Enc. Veritatis splendor, 21).


Per chi lo desidera, riporto anche il link al messaggio completo pubblicato sul sito del Vaticano dove sono possibili ulteriori approfondimenti grazie ai link presenti nel testo.

Naturalmente, se siete riusciti a leggere fino in fondo, mi piacerebbe conoscere le vostre opinioni.