giovedì 9 aprile 2009

Pane azzimo ed erbe amare


Marga Minco (1920) è un'autrice poco conosciuta dal pubblico italiano ma è considerata una delle migliori scrittrici olandesi.
Nel suo libro "Erbe amare" (sottotitolo: una piccola cronaca) narra la storia di una famiglia ebrea durante la seconda guerra mondiale e, a pagina 67 del capitolo intitolato anch'esso erbe amare così racconta:
Quella notte a letto non riuscivo a dormire. Pensavo a quelle porte. Pensai alla porta che dovevo lasciare aperta la sera del seder,* per far si che il viandante stanco potesse capire che era il benvenuto e che potesse quindi sedersi alla nostra tavola. Ogni anno speravo che entrasse qualcuno, ma non accadeva mai. E pensai alle domande che dovevo porre come ultimogenita: "Manishtannà halaila hazé. Perché questa notte è diversa da tutte le altre e mangiamo pane azzimo ed erbe amare...?"
Allora mio padre raccontava con tono melodioso della fuga dall'Egitto, e che noi mangiavamo pane azzimo ed erbe amare per riviverla di nuovo - per secoli e secoli.

* (cena rituale della Pasqua ebraica)

Non conoscevo prima d'ora questa autrice e sono molto contento di aver trovato questo libro. Con una storia semplice e intensa mantiene viva la memoria su quella scelleratezza che è stata la Shoah, per non dimenticare, mai.
Non è certo un blog di cucina il luogo adatto per parlare di questi argomenti (e non lo farò) ma ritengo che, comunque uno la pensi, dobbiamo tenere vivo il ricordo per fare si che certe cose non si ripetano mai più, in nessun modo, qualunque sia la vittima e qualunque sia il carnefice.
Eccoci dunque alla ricetta:

Ingredienti (per il pane azzimo):
  • 160 gr. di farina 00
  • 80 gr. di farina integrale
  • acqua
  • sale
Ingredienti (per le erbe amare):
  • erbe amare
  • sale
  • olio evo

Tempo di preparazione: 1 ora e mezzo.

Difficoltà: *

Preparazione: mescolate le farine con il sale e l'acqua tiepida ce ne vorrà circa 100 ml.) fino ad ottenere un impasto elastico, abbastanza morbido; fatelo riposare circa un'ora tenendolo coperto con un panno.
Stendete l'impasto formando delle pagnotte rotonde e molto schiacciate e infornatele a 220° fino a quando le pagnotte non avranno assunto una bella colorazione dorata (ci vorranno circa 20 minuti).
Nel frattempo pulite le erbe amare e fatele cuocere in acqua salata (io le ho fatte cuocere 5 minuti in pentola a pressione) e conditele con olio evo.

Note: le dosi sono per 4 pagnotte.
Il pane è venuto molto secco e croccante, a me piace anche così, magari la prossima volta proverò a farlo più morbido.
Non indico le dosi per le erbe amare, ognuno le farà a piacimento e sulla base del loro utilizzo: come secondo o come contorno.
Le erbe amare è bene cuocerle in abbondante acqua (anche se si usa la pentola a pressione) perché così perdono un po' del loro amaro.
Anche queste crescono nei miei campi e quindi ho la fortuna di averle disponibili (e sicuramente biologiche); non amo mangiarle di frequente perché sono effettivamente molto amare. Capisco che questo sapore amaro possa non piacere a tutti.
Questa è stata la mia cena del giovedì santo, così come è stata anche l'ultima cena di cui si narra nel Vangelo che altro non è che la cena della tradizione pasquale ebraica. Nella Bibbia ci sono molti riferimenti a queste usanze (ad es. Es. 12,8, Nm. 9,11, ecc.) e il brano del libro che ho citato all'inizio fa proprio riferimento a questa tradizione.
Il libro citato è edito nel 2000 dalla casa editrice La Giuntina.

Con questa ricetta partecipo alla raccolta: ricette viste, lette e mangiate.


7 commenti:

  1. ciao! grazie del tuo contributo alla raccolta. hai scelto un brano (e una ricetta) molto adatto al periodo e importante per ricordare.

    Puoi senz'altro partecipare anche con le altre ricette già raccolte da Elle. Le aggiungo alla raccolta.

    Buona Pasqua :-)

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  2. non conosco la cucina ebraica, però mi è piaciuto leggere il tuo post, ti auguro una buona Pasqua un abbraccio

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  3. Ciao!!! Ottima l'idea anche per domani sera!!! Lo sai, anche da me c'è l'usanza Cristiana di fare la Coena Domini come quella ebraica. Ci sarebbe anche l'agnello però.... :-)))
    Hai un blog bellissimo, e anche il golfo dei Poeti è bellissimo!!!

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  4. @ CuttyLucky: grazie per i complimenti. :)
    Nel libro che ho citato non si parla dell'agnello ma solo del pane azzimo e delle erbe amare (il testo che ho riportato è fedele) e poi, nella Pasqua cristiana, a differenza di quella ebraica, abbiamo già "l'agnello" che si è immolato una volta per tutte (e per tutti); il nostro memoriale del "sacrificio" è nell'Eucarestia.
    Lo so, purtroppo la religione a volte viene usata anche per giustificare l'uccisione di un cucciolo (anzi, di tantissimi cuccioli) di circa 3 mesi.
    Comunque sono anch'io d'accordo sul fatto di mangiare l'agnello, ma quello di marzapane! :)
    Scusa se sono stato prolisso.

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  5. No no non sei stato prolisso. E Buona Pasqua anche a te, è proprio stasera!!!

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  6. Ma quella mazzah per non esser veramente livietata non si può aspettare così tanto (1 ora), dopo i 18 min. la farina incomincia a livietare!

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    1. Se non c'è lievito (neanche pasta madre) puoi lasciarlo quanto vuoi che non lievita.
      A me piace che la farina si idrati bene ma, se vuoi, puoi anche impastare, fare le pagnotte e infornare subito.

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